
In Sicilia Beautiful, Sentieri, Cento vetrine e chi più ne ha più ne metta ci fanno un baffo!
Noi abbiamo storie molto più interessanti, degne di una bella serie televisiva…
Durante il periodo dei Vicerè, nel XVIII secolo, visse a Palermo una “magara” chiamata Giovanna Bonanno.
A lei ricorrevano le donne che volevano sbarazzarsi dei propri uomini.
Giovanna possedeva un veleno molto potente, e questa famosa pozione magica che utilizzava per far uccidere i poveri mariti la scoprì per caso nell'anno 1786, quando venne a sapere di una bambina che si era sentita male a causa dell’ingestione dell’aceto per i pidocchi.
La prima cliente che ebbe fu una sua vicina di casa che desiderava fare fuori il marito perché voleva passare tutto il resto della sua vita assieme all'amante.
Ancora alle prime armi Giovanna non sapeva bene quali erano le quantità che servivano per uccidere qualcuno. Diede quindi alla vicina di casa una boccettina con il liquido velenoso, il marito bevve questo intruglio, ma finì “semplicemente” all’ospedale.
La vicina di casa dovette acquistarne altre due dosi per vedere il marito morto.
Nessun medico riuscì a capire che la causa della morte, e fu così che Giovanna iniziò il suo lavoro di “magara”chiamando la sua mistura "arcano liquore aceto".
Proprio in quel periodo nel quartiere della Zisa iniziarono a verificarsi delle morti misteriose…da fornai ad alcuni nobili della zona, dai giardinieri a qualche molestatore…in pratica Giovanna fece fuori un bel po’ di uomini e ne andava fiera!
Quando aveva quasi ottant’anni, un’amica, una certa Maria Pitarra, le chiese una dose di “liquore aceto” senza dirle chi sarebbe stato lo sfortunato.
Giovanna venne a sapere che l’uomo che avrebbe dovuto bere quell’intruglio sarebbe stato il figlio di Giovanna Lombardo, un’altra amica carissima. La volle avvertire ma non ci riuscì.
Sembra una telenovela, e se continuate a leggere arriva il colpo di scena…
La Lombardo, aveva intanto scoperto che la nuora, attraverso la Pitarra, aveva commissionato la pozione velenosa per il figlio e tramò una bella vendetta nei confronti della nostra magara.
Finse di voler comprare una dose di "aceto", e al momento della consegna si presentò con quattro testimoni, cogliendo in flagrante la Bonanno.
Nell'ottobre del 1788 Giovanna Bonanno fu processata per stregoneria, dove furono chiamati a testimoniare qualche superstite e il droghiere dove Giovanna acquistava l’aceto per i pidocchi.
Il 30 luglio 1789 l'avvelenatrice pendeva dalla forca.
Che ne dite? Non è una degna storia da Beautiful?
Noi abbiamo storie molto più interessanti, degne di una bella serie televisiva…
Durante il periodo dei Vicerè, nel XVIII secolo, visse a Palermo una “magara” chiamata Giovanna Bonanno.
A lei ricorrevano le donne che volevano sbarazzarsi dei propri uomini.
Giovanna possedeva un veleno molto potente, e questa famosa pozione magica che utilizzava per far uccidere i poveri mariti la scoprì per caso nell'anno 1786, quando venne a sapere di una bambina che si era sentita male a causa dell’ingestione dell’aceto per i pidocchi.
La prima cliente che ebbe fu una sua vicina di casa che desiderava fare fuori il marito perché voleva passare tutto il resto della sua vita assieme all'amante.
Ancora alle prime armi Giovanna non sapeva bene quali erano le quantità che servivano per uccidere qualcuno. Diede quindi alla vicina di casa una boccettina con il liquido velenoso, il marito bevve questo intruglio, ma finì “semplicemente” all’ospedale.
La vicina di casa dovette acquistarne altre due dosi per vedere il marito morto.
Nessun medico riuscì a capire che la causa della morte, e fu così che Giovanna iniziò il suo lavoro di “magara”chiamando la sua mistura "arcano liquore aceto".
Proprio in quel periodo nel quartiere della Zisa iniziarono a verificarsi delle morti misteriose…da fornai ad alcuni nobili della zona, dai giardinieri a qualche molestatore…in pratica Giovanna fece fuori un bel po’ di uomini e ne andava fiera!
Quando aveva quasi ottant’anni, un’amica, una certa Maria Pitarra, le chiese una dose di “liquore aceto” senza dirle chi sarebbe stato lo sfortunato.
Giovanna venne a sapere che l’uomo che avrebbe dovuto bere quell’intruglio sarebbe stato il figlio di Giovanna Lombardo, un’altra amica carissima. La volle avvertire ma non ci riuscì.
Sembra una telenovela, e se continuate a leggere arriva il colpo di scena…
La Lombardo, aveva intanto scoperto che la nuora, attraverso la Pitarra, aveva commissionato la pozione velenosa per il figlio e tramò una bella vendetta nei confronti della nostra magara.
Finse di voler comprare una dose di "aceto", e al momento della consegna si presentò con quattro testimoni, cogliendo in flagrante la Bonanno.
Nell'ottobre del 1788 Giovanna Bonanno fu processata per stregoneria, dove furono chiamati a testimoniare qualche superstite e il droghiere dove Giovanna acquistava l’aceto per i pidocchi.
Il 30 luglio 1789 l'avvelenatrice pendeva dalla forca.
Che ne dite? Non è una degna storia da Beautiful?
1 commento:
Appena trovo il libro lo compro, è messo in lista da anni!
Un grande Natoli.
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